IL MIO PRIMO IRONMAN 70.3 – CERVIA
di Benedetta Cecchini Saulini
Avrò parlato dell’Ironman a tutte le persone che mi circondano senza sosta, per un anno. Da quando mi sono iscritta a quando, domenica 22 Settembre, ho finalmente gareggiato, non ho pensato ad altro che a questa sfida che mi ha motivata, appassionata, entusiasmata e per ultimo, finalmente premiata.
Tutti i miei sforzi sono stati ripagati da un’emozione incredibile che porterò sempre con me.
Oggi mi ritrovo qui con 40 centimetri di capelli in meno e con un’infinita soddisfazione. Sì, ho deciso di tagliarmi i capelli non appena tornata a casa da Cervia. Mi ero ripromessa che se avessi finito la gara sotto un determinato tempo avrei donato i miei capelli a una persona meno fortunata, costretta a chemio o con patologie dermatologiche.
Decidere di iscrivermi all’Ironman è una delle scelte migliori che potessi fare, dopo un periodo difficile. Grazie al sostegno e alla presenza costante del mio coach ho iniziato ad allenarmi la scorsa primavera e, più si avvicinava la data, più aumentava la mia motivazione. Giunti a ridosso del grande evento mi sentivo mossa da un’adrenalina che non percepivo da tempo. I preparativi del giorno prima e del pre-gara sono stati molto concitati ma sono riuscita a mantenere la concentrazione per arrivare lì il più rilassata possibile. E così è stato. Sono riuscita a incanalare tutte le mie energie in una gara che dal punto di vista dei risultati è andata contro ogni mia più rosea aspettativa.
L’inizio con la musica a tutto volume, a suon dei battiti delle mani di tutti i miei compagni atleti, non lo dimenticherò mai.
Così come la forza dei battiti del mio cuore, prima, durante e dopo la gara.
Il nuoto è andato alla grande. Dopo un rapido cinque al mio amico e insostituibile sostenitore Paolo mi cambio e preparo per la frazione di bici che è volata: sensazioni meravigliose e anche meno fatica di quanto pensassi. Tra salite e curve sono riuscita a guadagnare metri e a fare molti sorpassi. La determinazione e la grinta mi continuavano a spingere e a far spingere sui pedali, forse anche grazie alle mie tante avventure degli ultimi mesi. Poi è arrivata la corsa. All’inizio vado forte, poi inizio a sentire i primi segnali di fatica. Eppure ero consapevole dei miei limiti e già più che soddisfatta dei miei tempi, quindi mi sono concessa di rallentare per arrivare al traguardo ancora in piedi.
Arrivata sul tappeto rosso vedo il mio nome e il mio tempo: 5H23min. In automatico, le lacrime “ma che gara ho fatto? ma come ho fatto?” Ancora non lo so, ma so che ho trovato uno sport che mi stimola, che mi stimola a lavorare e a migliorare. Uno sport che mi emoziona e che riempie e completa la mia vita.
Alla prossima avventura.